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IL CENTRO DI TERAPIA FAMILIARE

Il Centro di Terapia Familiare è diretto dalla Dr.ssa Samantha Miazzi, psicoterapeuta sistemico-relazionale specializzata nel lavoro con le famiglie e con le coppie, mediatrice familiare e docente in formazione presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Iscra (Istituto Modenese di Psicoterapia Sistemico Relazionale).
 
Le sedute familiari vengono condotte da uno o più psicoterapeuti in équipe a seconda della complessità. 
Viene anche fornita consulenza alle famiglie e mediazione nei conflitti di coppia.

PER SAPERE DI PIU' SULLA TERAPIA FAMILIARE SCARICA LA BROCHURE
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LA PSICOTERAPIA SISTEMICO-RELAZIONALE

CHE CARATTERISTICHE HA?
L’orientamento sistemico – relazionale spiega Il comportamento della persona focalizzando l’attenzione sull’ambiente in cui è vissuta e in cui vive, sui sistemi di cui fa parte e sulla rete di relazioni significative di cui essa è parte.
L’approccio sistemico quindi si basa su un diverso modo di considerare le categorie cliniche quali il sintomo, la diagnosi e il trattamento operandone una ridefinizione in termini relazionali.
 
Perché "Sistemica"?
Con il termine "Sistemica" si fa riferimento alla Teoria Generale dei Sistemi estendendo il concetto ad ogni “sistema” relazionale.
In pratica, tutte le reti di relazioni in cui siamo immersi, vengono considerati letteralmente dei “sistemi”, in cui il comportamento di ogni elemento influenza il comportamento di tutti gli altri elementi.
Un intervento in ottica sistemica quindi non avviene semplicemente sui singoli elementi, ma sull’intero sistema, sulle interazioni e sulle relazioni esistenti (anche in una terapia individuale).
 
Perché "Relazionale"?
Lo sviluppo individuale viene considerato come frutto delle relazioni significative che la persona ha intrattenuto nel corso della sua vita; pertanto, un eventuale problematica non viene interpretata come caratteristica insita nell’individuo, ma come esito di esperienze relazionali che, intrecciandosi con le caratteristiche personali, possono esitare in comportamenti problematici. 
Il fine della terapia è quello di trovare modalità relazionali diverse con i sistemi di appartenenza. In questa cornice, il malessere presentato viene letto non tanto come problema dell’individuo, ma come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza.  
Nella psicoterapia sistemico relazionale tipicamente viene privilegiata l’ottica familiare (considerata a livello trigenerazionale), ma vengono presi in grande considerazione tutti i sistemi significativi di cui la persona fa parte. Il lavoro psicoterapeutico non è dunque prettamente rivolto al trattamento del sintomo presentato, ma alle situazioni relazionali che lo hanno generato e che lo mantengono.
In sintesi, questo approccio vede il disagio psichico come il risultato di uno squilibrio che si crea nei sistemi in cui l’individuo vive le proprie relazioni significative (tipicamente la coppia, il nucleo familiare, la famiglia allargata).
Pertanto l’individuo attraverso il sintomo si fa portavoce di una istanza che coinvolge in realtà i vari componenti della famiglia. Il sintomo, il malessere, il comportamento problematico vengono interpretati nei loro possibili significati relazionali. Ecco perché si parla di “funzione del sintomo” all’interno del sistema relazionale in cui l’individuo è inserito.
 
Chi può aiutare?
La psicoterapia sistemico – relazionale trova il suo campo privilegiato di intervento nella terapia di coppia e nella terapia familiare, ma può anche essere condotta con l’individuo mantenendo il fuoco dell’attenzione sui sistemi relazionali in cui questi è inserito. In particolare può rivelarsi utile al presentarsi di problematiche evolutive da parte dei bambini e/o degli adolescenti.
 
Quali obiettivi si pone?
In qualunque tipo di intervento (individuale, con la coppia o con la famiglia intera) l’obiettivo che si pone la psicoterapia sistemico – relazionale è quello di introdurre una nuova organizzazione, più funzionale, in quei sistemi familiari dove blocchi evolutivi nel ciclo vitale, confusione nei ruoli, mancanza di confini tra le generazioni hanno prodotto sofferenza psicologica espressa attraverso il sintomo in uno o più membri.
Spesso infatti, il disagio è causato da vecchi schemi relazionali che non risultano più adatti all’attuale fase del ciclo di vita della famiglia, blocchi nell’assolvere compiti evolutivi tipici, resistenze ai cambiamenti e alla crescita personale (propria o altrui), perdita di riferimenti emotivi ecc. 
Ciò che si vuole ottenere è quindi la riattivazione di un percorso di evoluzione che coinvolge non solo la famiglia ma anche i sistemi relazionali di riferimento.
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