Il Neurofeedback viene solo utilizzato per problemi di salute mentale?
Il Neurofeedback può essere utilizzato anche in campo non-clinico per migliorare le proprie prestazioni (“peak performance”), sia in campo sportivo che accademico, lavorativo e artistico.
Il Neurofeedback può essere utile in caso di Trauma Cranico?
Certamente, è indicato per recuperare le proprie prestazioni dopo un infortunio o trauma cranico. In genere noi utilizziamo il nostro protocollo clinico integrato.
Ho un disturbo del sonno. La psicofisiologia mi può aiutare?
Si, le tecniche di psicofisiologia sono molto efficaci per risolvere il disturbo del sonno.
Mi viene trasmessa dell’elettricità?
No, nessuna energia o elettricità viene trasmessa. Viene rilevato il segnale elettroencefalografico, che poi viene convertito in forma digitale e ritrasmesso come "informazione" di ritorno via audio e/o video per comunicare al cervello se il suo funzionamento corrisponde o meno alle richieste del terapeuta.
Qual è la frequenza delle sedute di neurofeedback?
Inizialmente un minimo di 2 sedute a settimana, che poi lentamente diminuiscono. Due ore alla settimana per cambiare il funzionamento cerebrale sono un investimento davvero minimo rispetto agli obiettivi che ci si pongono.
Di quante sedute di neurofeedback avrò bisogno?
Tipicamente sono necessarie 20 o più sedute, ma in generale non meno di 40.
Per quanto tempo durano i risultati del neurofeedback?
I risultati rimangono generalmente “stabili”. E' possibile che eventi di vita particolarmente significativi riportino il cervello ad un funzionamento "da emergenza", che però generalmente riesce a ritornare alla condizione di normalità in autonomia. In caso contrario è possibile intervenire nuovamente con un numero generalmente limitato di sedute.
Come si fa a sapere che tipo di intervento di Neurofeedback mi serve?
E' necessaria una valutazione qEEG unita ad una valutazione clinica multidimensionale. In base ai risultati viene pianificato un training assolutamente tarato in base ai pattern cerebrali emersi, che può essere di Neurofeedback o di Biofeedback, oppure costituito da una combinazione delle due tecniche.
Da che età si possono fare i trattamenti di neurofeedback e biofeedback?
In genere si consiglia dai 5-6 anni in su. Questo non perché vi siano controindicazioni di sorta, ma per questioni di ordine pratico e perché serve che il bambino abbia una minima quantità di compliance per terminare la seduta.
Play attention funziona solo per migliorare l'attenzione e le abilità scolastiche?
Play attention migliora la capacità di attenzione e i suoi effetti si possono vedere in diversi ambiti della vita quotidiana. Per gli studenti può essere di aiuto per migliorare le abilità scolastiche. Per i lavoratori può aiutare nella capacità di mantenere l'attenzione per un lungo periodo di tempo, permettendo così di migliorare anche la performance lavorativa. Inoltre può essere utilizzato anche da persone anziane per mantenere in allenamento le proprie abilità cognitive, cercando di contrastare i principali segni di invecchiamento patologico. E' utile anche per il recupero della funzionalità cognitiva a seguito di ictus, trauma cranico, neurochirurgia.
I risultati del trattamento di biofeedback comportano un cambiamento anche nella mia vita quotidiana?
Certamente, nelle fasi iniziali del training il sistema permette di dare un feedback ogni volta che la persona raggiunge un risultato desiderato. Con l'avanzamento del training e con l'esercizio quotidiano viene insegnato alla persona una nuova autoconsapevolezza, non basata più su un feedback esterno, quanto invece sulla capacità di ascoltarsi e sentire i cambiamenti del proprio corpo. In questo modo si insegna alla persona ad applicare quanto imparato durante le sedute anche nella vita quotidiana.
A mio figlio hanno diagnosticato un disturbo specifico dell'apprendimento, cosa potete fare per lui?
La nostra équipe ha sviluppato un programma di potenziamento scolastico clinico. Questo servizio prevede una parte di tutoring scolastico pensato sulla base delle capacità e potenzialità di Suo figlio, unitamente a un training di Play attention, tecnica esclusiva e all'avanguardia che permette di migliorare le capacità attentive e non solo. Nel caso di DSA il Protocollo Clinico è completato anche con interventi di Neurofeedback indirizzati ad aiutare le aree cerebrali che non lavorano correttamente.
Quanto dura un trattamento di biofeedback?
Dipende, dalla letteratura e dalla nostra pratica clinica, solitamente un trattamento di biofeedback dura almeno una ventina di sedute.
Ho capito la differenza tra biofeedback e neurofeedback, ma come posso scegliere il percorso migliore per me e le mie esigenze?
Per decidere quale training si avvicina di più alle sue esigenze è necessario un primo incontro anamnestico in cui la Direttrice Scientifica del Laboratorio approfondisce tutte le aree necessarie per determinare verso quale tipo di trattamento indirizzare per meglio affrontare le Sue problematiche e i Suoi obiettivi.
Mia figlia ogni volta che deve affrontare un compito in classe ha la tachicardia, le sudano le mani nonostante le abbia gelide. Ho provato a tranquillizzarla più volte, ma non riesce a controllare queste sensazioni. Si può fare qualcosa?
Certo, si può fare molto per questo tipo di problematiche. Grazie a un training di biofeedback infatti sua figlia potrà imparare a controllare tutte queste condizioni. Dopo un assessment psicofisiologico infatti andremo a rilevare quali sono i valori su cui focalizzarci nel trattamento e sua figlia troverà delle strategie per riuscire a controllare la tachicardia, la conduttanza cutanea e la temperatura periferica.
Cos'è e a cosa serve il Profilo Psicofisiologico?
Il Profilo Psicofisiologico consiste nella registrazione simultanea di più parametri fisiologici: attività elettrica dei muscoli, conduttanza cutanea, temperatura periferica, frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca, respirazione toracica e/o respirazione addominale. Questo tipo di valutazione permette di capire come i nostri parametri fisiologici si comportano in condizioni impegnative. Vengono applicati dei semplici sensori con lo scopo di rilevare il valore dei parametri fisiologici sopracitati durante diversi compiti al computer. Inizialmente viene registrata una baseline (registrazione dei parametri in una condizione iniziale di non-compito), poi i vari parametri vengono monitorati in condizioni alternate di stress e recupero. In questo modo è possibile valutare i livelli dei diversi parametri fisiologici a livello basale e la risposta di questi in condizioni di stress per analizzare la loro capacità di tornare ai livelli iniziali (baseline) dopo un compito impegnativo o uno stress.
Queste informazioni vengono utilizzate dal clinico, insieme ad una serie di altre informazioni fondamentali della storia della persona, per ottenere un quadro che permette di definire un piano di trattamento "sartoriale", su misura per ogni persona che si presenta al Laboratorio in cerca di un miglioramento personale o per la risoluzione di sintomi.