Le donne sono più sensibili degli uomini?
Gli uomini sono più bravi delle donne nei compiti matematici? Viceversa,le donne lo sono per quanto riguarda i compiti linguistici? Le donne sono più empatiche degli uomini? Analizzando tutti gli articoli riguardanti questi temi partendo dal 1990 fino al 2013, un team dell’Università di Cambridge è arrivato a questi risultati: gli uomini hanno in media un cervello e un cervelletto più grande - il che significa maggior quantità di materia grigia - e un numero maggiore di connessioni intraemisferiche (ovvero all'interno dello stesso emisfero). Le donne, per contro, hanno una maggiore connettività interemisferica, cioè tra i due diversi emisferi. In pratica, le loro aree cerebrali comunicano meglio e di più tra loro. Attenzione però: non va dimenticato che è ormai ampiamente dimostrato che il nostro cervello si struttura sulla base degli stimoli forniti dall'ambiente e dalla cultura nella quale ci troviamo a crescere, in interazione con i programmi genetici innati di sviluppo cerebrale. Lo studioso Baron – Cohen afferma infatti: “Anche se ci sono chiare differenze strutturali cerebrali tra i maschi e le femmine un importante ruolo è svolto dall’ ambiente e dalla società nella quale si vive“. Tradizionalmente, la cultura ha voluto che l’uomo fosse preciso e determinato nelle scelte, dato che doveva occuparsi del sostentamento familiare. Al contrario, alle donne era richiesta una maggiore flessibilità, visti i molti compiti da svolgere (moglie, mamma, casalinga, lavoratrice). Questo tipo di addestramento sociale non solo influenza il comportamento e la personalità, ma anche le percezioni o significati attribuiti agli eventi esperiti. Al giorno d’oggi, queste differenze però non sono più così marcate. Dopo decenni di discussioni, ciò che sembra rimasto di differenza statisticamente significativae scarsamente influenzata dall’educazione, è per le donne la superiorità, in media, nelle abilità linguistico-verbali (anche se talora contestata) e nella comunicazione non verbale; per gli uomini la superiorità in compiti visuo-spaziali, come l’orientamento e la rotazione mentale di oggetti. Inoltre le donne mostrano maggiore attitudine all’immedesimazione empatica e alla relazione affettiva ed una maggiore motilità manuale fine e rapida; negli uomini emerge maggior propensione al comportamento intraprendente (agency) e all’aggressività fisica, nonché le maggiori abilità motorie nel colpire oggetti. Peraltro, alcune di queste differenze sono più marcate in età giovanile e si attenuano nelle età successive. Per spiegare queste differenze psicologiche si sono ipotizzati collegamenti con la diversa dotazione ormonale: il testosterone sembra correlare con le abilità visuo-spaziali, oltre che con l’aggressività. Seguendo, poi, suggestioni provenienti dalle correnti sociobiologiche, se le suddette differenze hanno un senso collegabile alle diverse funzioni nella riproduzione, lo hanno in chiave filogenetica. Nelle centinaia di migliaia di anni in cui il breve arco di vita delle donne era occupato da un susseguirsi di gravidanze e allattamenti e quello degli uomini dalla caccia e dalla guerra, si sono selezionate le abilità favorevoli alla sopravvivenza della specie. Queste erano, per gli uomini, orientamento nello spazio e aggressività fisica, utili alla caccia e alla guerra; per le donne, linguaggio verbale e comunicazione non verbale, capacità empatiche e manualità fine, utili alla cura dei piccoli. Pure il maggior valore che in genere le donne attribuiscono alla dimensione affettiva nel rapporto con l’altro sesso, rispetto a quella fisica, è leggibile in chiave filogenetica: la vulnerabilità in fase di gravidanza e di puerperio, specie in epoche passate, richiede protezione e continuità della relazione con il partner. Altre differenze, come il luogo comune che le donne sarebbero meno portate alla matematica e alle materie tecnico-meccaniche, sono state ridimensionate dalle ricerche successive e da nuove prassi. Anzi, secondo vari studi, le donne in media prevalgono nei test di calcolo numerico, poiché vi intervengono meno strategie implicanti abilità visuo-spaziali. In ogni caso, laddove si rilevano differenze a favore dei maschi, non va trascurato il peso delle discriminazioni sociali negli sbocchi professionali prevedibili e prima ancora l’effetto degli stereotipi. Questi, infatti, fanno sì che genitori e insegnanti si attendano certe prestazioni dalle femmine e altre dai maschi, dando così luogo al ricorrente fenomeno delle profezie che si autoavverano!
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AuthorDott.ssa Samantha Miazzi, fondatore e direttore scientifico di The BrainLab Group. Archives
Agosto 2024
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