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TRAUMA, NON SOLO CRANICO

5/11/2018

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Le maggiori cause del trauma cranico sono rappresentate da incidenti come cadute, incidenti stradali, sportivi, lavorativi e domestici.

La ricerca indica chiaramente che il trauma cranico può determinare impatto a lungo termine sulla salute sia fisica che cognitiva che mentale ed emotiva.
I sintomi che perdurano dopo il trauma più spesso sono mal di testa, dolore cervicale, affaticamento, capogiri, ansia, sintomi fisici da stress e a volte depressione.
In particolare, anche quando non vi è stata perdita di coscienza, 
può determinare cambiamenti nel funzionamento globale della persona o in specifiche aree:
  • Somatica: cefalea, algie, vertigini, capogiri, affaticabilità e disturbi del sonno
  • Cognitiva: sensazione di confusione, difficoltà di memoria, attenzione e concentrazione, ragionamento, linguaggio, abilità di pianificazione e problem solving
  • Comportamentale: agitazione, aggressività, apatia, passività, demotivazione, oppositività
  • Emotiva: labilità emotiva, irritabilità, ansia, depressione, attacchi di panico.

La persona in conseguenza del trauma può non essere in grado di fare quello che faceva prima o non farlo con la stessa efficienza e velocità, ma anche andare incontro ad insuccessi scolastici e lavorativi, ma anche avere conseguenze sulla vita relazionale sentendosi poco capita dai familiari e/o amici, peggiorando le proprie relazioni interpersonali e sperimentando vissuti di inadeguatezza e isolamento e conseguente peggioramento delle condizioni di benessere psicologico.
Tali conseguenze inoltre, se non riconosciute o sottovalutate, possono essere attribuite alla persona con il risultato di peggiorarle e protrarle nel tempo e amplificarle.

Oltre al quadro clinico relativo alla sfera medica, è importante portare l'accento sul fatto che l'incidente rappresenta un vero e proprio evento traumatico.
Per definizione, un evento viene definito traumatico quando una persona ha vissuto o ha assistito ad un accadimento che le ha provocato sentimenti di paura, orrore e impotenza ed ha provocato o avrebbe potuto provocare gravi lesioni o morte alla sua persona o ad altri.
La conseguenza di ogni tipo di trauma è che chi l'ha subìto può incorrere nello sviluppo di risposte emotive molto intense che includono:
  • Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni.
  • Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, episodi di flashback)
  • Evitamento di tutto ciò che ricorda il trauma : pensieri, sensazioni, conversazioni associate con il trauma
  • Sforzi per evitare attività, luoghi o persone che ricordano il trauma
  • Riduzione dell’interesse e della partecipazione ad attività prima svolte con piacere e considerate importanti
  • Riduzione o blocco della progettualità (rinunciare o non aspettarsi di poter avere una carriera, un matrimonio, dei figli o una normale durata della vita)
  • Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno,
  • Irritabilità o scoppi di collera
  • Difficoltà a concentrarsi
Generalmente l'evento traumatico (in questi casi l'incidente) è seguito da una serie di altri traumi: il momento del risveglio dal coma, il sopravvenire della consapevolezza di avere riportato gravi danni, i momenti delle comunicazioni mediche in cui vengono fatte diagnosi e prognosi non favorevoli, le reazioni emotive (sofferenza, rabbia, depressione, ansia) dei familiari all'incidente e alle sue conseguenze. Anche l'accettazione di una nuova condizione fisica, che può comportare modifiche alla vita lavorativa, sociale e relazionale è una questione che deve essere affrontata perché possa essere rielaborata in modo che non vada a minare profondamente l'equilibrio psichico del paziente.
D'altra parte, anche i familiari hanno subìto un trauma, che non deve essere sottovalutato.

Pertanto, oltre a intervenire sulla sfera cerebrale per lavorare su quelli che sono i danni neuronali, è assolutamente raccomandabile un intervento specialistico a tutela del benessere mentale del paziente e della famiglia.

E' ormai diffusa la conoscenza di un'efficace metodologia psicoterapeutica, sostenuta da una grandissima mole di ricerca scientifica, che si chiama EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), raccomandata dall'OMS per la rielaborazione dei traumi. L'EMDR può rappresentare una preziosissima risorsa per il trattamento dello stress, dell'ansia, del dolore psicogeno e di tutti sintomi emotivi e comportamentali correlati ad un evento traumatico.
Nel caso del trauma cranico può aiutare sia la persona che l'ha subito sia le persone care.


Da leggere in approfondimento
​Per saperne di più sull'EMDR
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    Dott.ssa Samantha Miazzi, fondatore e direttore scientifico di The BrainLab Group.

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