Hai mai pensato agli effetti dell’ansia sul tuo corpo e sul tuo cervello?
La vita frenetica di tutti i giorni può farci provare delle sensazioni difficilmente gestibili. Capita molto spesso che, dovendo tenere a mente molte cose da fare e programmare, ci sentiamo in balia degli eventi e dei pensieri e non riusciamo a riprendere il controllo delle nostre sensazioni. L’ansia rientra tra le emozioni secondarie e ci permette di prepararci a situazioni potenzialmente pericolose. A differenza della paura, in cui la minaccia è imminente e permette attivazione del Sistema Nervoso Autonomo per attuare dei comportamenti di fuga, l’ansia si prova rispetto a delle minacce future. Ciò porta quindi a dei comportamenti di prudenza, agitazione o evitamento. L’ansia quindi, se controllata, ci permette di stare alla larga dai rischi e dalle situazioni potenzialmente spiacevoli. Ben diverso però è la situazione in cui è la stessa ansia a prendere il controllo del nostro corpo e del nostro cervello. Chi soffre d’ansia si trova a dover gestire pensieri intrusivi e negativi (“non sarò mai in grado di risolvere questo problema”, “farò una brutta figura quando presenterò il mio progetto davanti agli altri”), emozioni e comportamenti, dati dalla paura di sbagliare, e sensazioni corporee. Infatti, il corpo ci manda dei segnali per avvisarci che qualcosa non sta andando nel verso giusto (tachicardia, tensione muscolare, fiato corto, sudorazione, temperatura bassa di mani e piedi). Anche il nostro cervello fa fatica a lavorare nel migliore dei modi. A livello cognitivo gli stati d’ansia sono spesso associati a difficoltà di concentrazione, agitazione, difficoltà di memoria, scarsa attenzione, ecc. Quindi perché soccombere a tutto questo, invece di riprendere veramente il controllo del nostro corpo e del cervello? Le tecniche di biofeedback si sono rivelate particolarmente efficaci anche per questo tipo di problematiche. Attraverso un training, la persona impara a riconoscere quali sono i propri pensieri intrusivi e ansiosi che hanno un effetto sia a livello cognitivo che fisico. Queste tecniche esclusive e all’avanguardia permettono infatti di controllare i principali indici psicofisiologici (battito cardiaco, respirazione, conduttanza cutanea, temperatura periferica, tensione muscolare). In questo modo la persona può imparare delle strategie efficaci e applicabili nella vita quotidiana per riequilibrare i vari indici, aumentare lo stato di benessere, migliorare la performance e il rendimento cognitivo. Per maggiori informazioni non esitare a contattarci.
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Mal di testa, stanchezza generale, mal di stomaco, insonnia e dolori muscolari. Questi sono solo alcuni dei disturbi legati allo stress che colpisce quasi 9 italiani su 10.
A rivelarlo è uno studio che mette in relazione stili di vita e stress promosso da Assosalute (Associazione Nazionale farmaci di automedicazione che fa parte di Federchimica). Secondo l’indagine i disturbi da stress sono molto diffusi L’85% della popolazione intervistata ha sofferto negli ultimi sei mesi di almeno un disturbo, mentre il 45% dichiara di averne avuti tre o più. Le donne e i giovani sono i più colpiti dai disturbi da stress, sia per incidenza sia per frequenza. Il mal di testa (46,2%) e la stanchezza (45,9%) risultano i disturbi più diffusi, seguono il mal di stomaco (26,9%), la tensione o il dolore muscolare (25,5%), l’insonnia (24,9%) e l’ansia o agitazione (23,4%). Il rimedio più diffuso è il riposo (lo sceglie il 52% degli italiani), seguito dal ricorso ai farmaci di automedicazione (27%) e dall’attenzione all’alimentazione (26%). Oltre alle cause comuni, magari legate al lavoro o a eventi particolari della vita familiare come un lutto, in agguato c’è il ‘tecnostress‘, a cui sono stati attributi parametri numerici ben precisi. “Si definisce tecnostressata la persona che sta al computer più di 4 ore al giorno, fa più di 20 telefonate e manda più di 20 sms o messaggi via WhatsApp”, spiega Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore, IRCCS San Raffaele di Roma. “I sintomi – aggiunge – sono sostanzialmente tre: la sindrome da fatica informatica, ovvero un senso di grande stanchezza; l’insonnia e la depressione”. Fonte:www.popsci.it Presso The BrainLab Group, maggio è il mese della Prevenzione dei Danni da Stress. Leggi di più |
AuthorDott.ssa Samantha Miazzi, fondatore e direttore scientifico di The BrainLab Group. Archives
Agosto 2024
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